NON PASTORIZZATO
Arancia fermentata 180g
Arance lattofermentate con sale.
Arance fermentate
L’antica tradizione di fermentare i limoni in Magreb ci ha ispirato questo prodotto, le Arance fermentate. Solo arance e sale marino integrale di Sicilia fermentati. La lattofermentazione ammorbidisce il sapore delle arance, trasforma gli zuccheri in acido lattico e conferisce conservabilità al prodotto. La fermentazione è simile a quella dei crauti, ma il sapore decisamente no. Il contenuto di sale, molto inferiore a quello dei limoni “confit” tradizionali è comunque sufficiente a rendere il prodotto conservabile molto a lungo, anche una volta aperto.
Tutta la lavorazione viene fatta in modo artigianale e con grande attenzione. Si tratta di una forma molto particolare di lavorare gli agrumi, che ci permette di impreziosire i piatti in modo originale, ma allo stesso tempo sono una sfida alla nostra creatività!
Le Arance fermentate possono essere utilizzate per condire e insaporire sia cibi crudi che cotti, donando loro un aroma di arancia intenso e inconsueto. Di solito si tritano finemente per aggiungerle a intingoli o insalate, verdure o pesce. Si possono anche frullare insieme ad altri ingredienti per ottenere delle salse. Possono essere utilizzate anche per aggiungere un aroma veramente speciale ai dolci!
(possibilmente) NON CUOCERE! I fermenti vivi contenuti negli agrumi fermentati non pastorizzati vengono uccisi dalle temperature molto elevate, per cui vanno aggiunti preferibilmente a freddo.
Se ti va, dai un’occhiata alla sezione ricette, curata da Giulia Pieri, per farti ispirare.
Conservare in luogo fresco e al riparo dalla luce.
Ingredienti: arance, sale marino integrale
Dichiarazione nutrizionale per 100 g (in grammi):
val. energetico: 28 kcal; grassi: 0,3; carboidrati: 5,2;
di cui zuccheri: 0; proteine: 1,2; sale: 5,7.
Prodotto da
Nesler società semplice agricola
strada Sterpaio snc
Viterbo (VT)
Per tutti i nostri prodotti:
Utilizziamo esclusivamente materie prime locali, selezionate e controllate. Non facciamo uso di soia, né di prodotti contenenti OGM o prodotti chimici di sintesi. Nelle schede e in etichetta sono indicati tutti gli ingredienti utilizzati, senza esclusioni.
Il nostro modo di intendere il “locale” tiene conto del clima e degli spostamenti reali che facciamo, oltre che di qualche altra considerazione di buon senso. Se una materia prima è reperibile entro pochi chilometri dall’azienda con un livello qualitativo che ci soddisfa, preferiamo acquistarla qui. Cerchiamo inoltre di stringere rapporti di collaborazione con gli agricoltori più coscienziosi della zona. La cosa che preferiamo in assoluto è produrre noi stessi le materie prime.
Ma se troviamo che un agricoltore lavora con un alto livello di rispetto della Terra e dell’Uomo ed è in grado di produrre alti livelli qualitativi, ci sentiamo di utilizzare i suoi prodotti, anche se vengono da regioni più lontane.
Preferiamo la qualità al concetto astratto di “locale”, preferiamo conoscere i fornitori, preferiamo sforzarci per la qualità, che accettare passivamente delle etichette. Preferiamo il piccolo al grande produttore e… siamo realistici. Il compromesso a volte è fare più strada, piuttosto che abbassare il livello qualitativo. Il nostro “locale” è un “locale relativo” che ci fa usare sale integrale di Sicilia, piselli toscani e legumi del Molise, ad esempio, ma anche verdure nostre, cereali coltivati in Tuscia, nocciole coltivate a pochi chilometri dalla CibOfficina, cipolle dei nostri vicini, e così via.