NON PASTORIZZATO
Talli sottolio 100g
Talli d'aglio fermentati, conservati in olio.
Talli sottolio fermentati
Questa straordinaria verdura sottolio, ci riporta a sapori del passato che sono stati spazzati via dall'era industriale. Viene chiamato "tallo" il gambo del fiore dell'aglio, che viene staccato dalla pianta, per favorire l'accrescimento del bulbo. In Tuscia, e in altre regioni, si consuma come una verdura e si conserva tradizionalmente sottolio. Questi Talli sottolio della CibOfficna sono fermentati e poi conservati sottolio, senza alcun processo di pastorizzazione o sterilizzazione, come era l'antica tradizione della conservazione sottolio. Il loro aroma di aglio mite è unico. Hanno un difetto: i talli sono relativamente pochi, una volta finiti, bisogna aspettare la stagione successiva...
Le verdure fermentate sono presenti in innumerevoli culture e tradizioni in tutto il mondo. La scelta della CibOfficina
è di usare solo materie prime coltivate localmente, di qualità elevata e
con metodi rispettosi della Terra. Per questo le quantità di verdure
prodotte sono piccole.
Una
ulteriore caratteristica delle nostre verdure fermentate, è che le
fermentiamo da sole, senza aromi o altre aggiunte. Non facciamo delle composizioni di sapori, ma creiamo sapori univoci, in questo caso talli d'aglio e olio.
Solo talli, sale marino integrale di Sicilia e olio extravergine di oliva.
Tutta la lavorazione viene fatta in modo artigianale e con grande attenzione.
(possibilmente) NON CUOCERE! I fermenti vivi contenuti nelle verdure fermentate non pastorizzate vengono uccisi dalle temperature molto elevate.
Se ti va, dai un’occhiata alla sezione ricette, curata da Giulia Pieri, per farti ispirare.
Conservare in luogo fresco e al riparo dalla luce.
Ingredienti: talli d'aglio, olio di oliva extravergine, sale marino integrale
Prodotto da
Nesler s.s. agricola
strada Sterpaio snc
Viterbo (VT)
Per tutti i nostri prodotti:
Utilizziamo esclusivamente materie prime locali, selezionate e controllate. Non facciamo uso di soia, né di prodotti contenenti OGM o prodotti chimici di sintesi. Nelle schede e in etichetta sono indicati tutti gli ingredienti utilizzati, senza esclusioni.
Il nostro modo di intendere il “locale” tiene conto del clima e degli spostamenti reali che facciamo, oltre che di qualche altra considerazione di buon senso. Se una materia prima è reperibile entro pochi chilometri dall’azienda con un livello qualitativo che ci soddisfa, preferiamo acquistarla qui. Cerchiamo inoltre di stringere rapporti di collaborazione con gli agricoltori più coscienziosi della zona. La cosa che preferiamo in assoluto è produrre noi stessi le materie prime.
Ma se troviamo che un agricoltore lavora con un alto livello di rispetto della Terra e dell’Uomo ed è in grado di produrre alti livelli qualitativi, ci sentiamo di utilizzare i suoi prodotti, anche se vengono da regioni più lontane.
Preferiamo la qualità al concetto astratto di “locale”, preferiamo conoscere i fornitori, preferiamo sforzarci per la qualità, che accettare passivamente delle etichette. Preferiamo il piccolo al grande produttore e… siamo realistici. Il compromesso a volte è fare più strada, piuttosto che abbassare il livello qualitativo. Il nostro “locale” è un “locale relativo” che ci fa usare sale integrale di Sicilia, piselli toscani e legumi del Molise, ad esempio, ma anche verdure nostre, cerali coltivati in Tuscia, nocciole coltivate a pochi chilometri dalla CibOfficina, cipolle dei nostri vicini, e così via.